CONTINUUM

Questo giorno di primavera mi sorprende con il suo senso mutato. Tante stagioni sono trascorse, veloci come un volo di libellule, siamo trascorsi noi due, con le nostre abitudini, le nostre speranze. Tra i fili di memoria, un mughetto nel pallido sole di ottobre. Giorni inviolati ancora vivi sui nostri volti.

Nella casa dove sono rimasta sola, mi aggiro silenziosa come per le vie di una cittadella. Dovunque si respira ancora il tuo odore marino. Esploro uno spazio nuovo, tra passato e presente, dove mi muovo in vesti straordinarie. E questo è grazie a te.  Avanziamo insieme, e per un istante siamo giovani, poi vecchi, poi di nuovo giovani. Ci attraversiamo, intrecciamo, avvolgiamo come in un giro di tango. Giochiamo a diventare a turno la pioggia, il vento, una piuma. 

Nessuno mi giudica più, sono ormai nel tuo tempo, il mio tempo nuovo. Altra vita viene dopo vita. Traspare dietro un fine sipario. La tua, la mia memoria, come raggio, brina, inattese fioriture. Tutto è cambiato. Niente è cambiato. Parole d’amore riaffiorano sciolte dal loro vincolo temporale, e in questo silenzio favoloso risuonano come un canto di cicale nelle sere d’agosto. Anche questo sei tu ora, questo canto libero.

Non più ti grava il peso di un nome, non più le ore. Ti chiamo come voglio, bambino, bacio, giglio. Io sono qui, seduta sulla sponda di un cerchio d’oro senza fine. Tu sei qui.

Gli aromi di un tempo si liberano nell’aria come ricami d’organza, portando con sé visioni di domeniche che furono, di canti, di messe, di boschi. Ma quel tremore d’ombra che ora si aggiunge, è la fenditura che apre sull’infinito. Discendo a piacimento nel tempo, a filo d’aria come une rondine. Laggiù è buio, ma poi risalgo fino a toccare il cielo. Sei tu che mi porti, ti porto con me. Stringo due dita sottili.

Scivoliamo verso il mare oggi, forestieri mai sazi. Guarda quella stella! Posso vederla solo con i tuoi occhi.

Testo di Valentina Romanelli